La leggenda narra di un passato in cui esisteva il Black Friday nei negozi fisici, una giornata di sconti un po’ pazzi usata per quegli acquisti importanti altrimenti non fattibili nel corso dell’anno. Quel passato è ormai molto lontano e il Black Friday si è trasformato nella Black Week, nel Black Month, nel Pre-Black Friday e tutte le sue sfumature presentandosi ormai con ancora gli ombrelloni aperti.
In questa occasione si parla molto, giustamente, degli effetti ambientali di un consumismo un po’ sfrenato, di acquisti non necessari dettati più dall’impulsività che dalla seria necessità. Un aspetto che viene però spesso sorvolato e a cui non si fa molta attenzione, ma che pur esiste e si impone ogni anno di più, è l’inquinamento digitale.
In poche parole l’inquinamento digitale altro non è che l’insieme dei danni ambientali causati dall’utilizzo e il consumo di tecnologie digitali (server, computer, smartphone…).
Black Friday 2024: un esperimento
Ho atteso la fine (forse) di questo periodo per fare un piccolo esperimento personale e mi sono chiesta: quante comunicazioni mail mi sono arrivate per le offerte del Black Friday nel periodo 1-29 novembre? Ho preso in considerazione soltanto le mail specifiche del BF della mia casella di posta personale, senza contare quelle periodiche che riportavano anche gli sconti e non ho contato quanto finito in spam.
Da queste premesse il numero totale è di 65 mail. Quindi più di 2 mail al giorno dedicate solamente a questa ricorrenza.
Potrà non sembrare un numero enorme ma se pensiamo che la mia è una media e le persone con accesso a internet in Italia sono più del 90% (tra gli 11 e i 54 anni, Fonte: Istat) capiamo la mole di comunicazioni digitali che sono scaturite da questa giornata. Mi sono voluta fare un’idea più precisa del numero di mail legate al BF e sono incappata in questo report di Mailup del 2022 che sottolinea come “le email promozionali inviate tra il 18 e il 24 novembre 2022 sono il 38,5% in più rispetto a quelle mandate in occasione dei saldi estivi […] e +195% rispetto agli invii effettuati prima dei saldi invernali […] Stesso trend nel 2021. Il Black Friday è senz’altro il periodo che registra i volumi d’invio più elevati per rispettare le aspettative dei consumatori e sfruttare la loro maggiore propensione all’acquisto” (Fonte: Mailup)
E questo ci porta al tema principale di oggi:
Lo sapevi che le mail hanno un impatto ambientale?
Tutte le attività digitali (mail incluse) hanno un’impronta ambientale che tendiamo spesso a non considerare o sottovalutare per diversi motivi: si tratta di un impatto generalmente minore rispetto alla controparte fisica (un lavoro da remoto “inquina meno” di un lavoro in sede ad esempio) ed essendo smaterializzato ai nostri occhi fatichiamo a vederlo.
Ma consideriamo che: “le e-mail scambiate a livello mondiale nel 2021 ha raggiunto i 306 miliardi, una cifra che dovrebbe superare i 376 miliardi entro il 2025. L’impatto globale? Si stima che le e-mail abbiano generato circa 150 milioni di tonnellate di CO2e nel 2019, rappresentando lo 0,3% delle emissioni globali” (fonte: Geopop)
Più la mail è ricca (allegati, immagini) più inquina
Dobbiamo fare chiaramente dei distinguo in materia, una mail soltanto testuale avrà un impatto minimo a livello ambientale, ma le e-mail più pesanti possono produrre anche 50 grammi di CO2 equivalenti1. Se pensate brevemente alle mail relative al Black Friday che vi sono arrivate, sono piuttosto sicura che fossero un vero tripudio di immagini, video, gif e compagnia bella. Fa pensare vero?
Ma PERCHÉ una mail inquina?
Partiamo dall’inizio: l’invio di una mail presuppone la presenza e utilizzo di un computer o uno smartphone con una connessione internet, con relativo consumo di energia. Dall’invio alla ricezione, la mail (anche un banale “No, la tua mail NON mi trova bene.”) passa attraverso diversi server in cui ne viene memorizzata una copia. I server non sono purtroppo nuvole che si alimentano con le parole gentili che trovano nelle mail, ma sono macchine che necessitano di molta energia e a livello continuativo. Una volta arrivata a destinazione la mail occupa uno spazio nella nostra casella di posta e indovinate un po’ quello spazio dov’è? Esatto in un altro server da qualche parte che per mantenerla accessibile ha bisogno di energia. Ci avevate mai riflettuto?
(NDR: ho semplificato al massimo questo percorso giusto per darvi un’idea, per approfondire ulteriormente l’argomento trovate in fondo all’articolo altri link utili)
Chiara ma non ti pare di esagerare? Nemmeno più le mail ci possiamo mandare?
La domanda è provocatoria, ma lecita, e la risposta è ovviamente “le mail sono uno strumento essenziale sia nella comunicazione personale che lavorativa” ma è importante rendersi conto che non sono aria, ma hanno un impatto.
Quello che le mail e le newsletter hanno fatto per la stragrande maggioranza delle aziende è qualcosa che forse difficilmente può essere espresso, si tratta di una parte integrante di moltissime strategie di marketing e uno strumento che permette alle persone di collegarsi efficacemente in qualsiasi parte del mondo, ampliando esponenzialmente le possibilità di business e di networking. Non si entra nello specifico del loro valore, ma lo scopo di questo articolo è una presa di coscienza… e anche qualche consiglio utile. Puntare ad un problema senza offrire qualche soluzione non è esattamente il mio stile, quindi:
Consigli per ridurre l’impatto ambientale delle mail (per le aziende)
- Lavora sul tuo database
Diciamo basta a “Invia a tutti i destinatari”.
Quante sono davvero le comunicazioni che interessano a tutte le persone iscritte? Una segmentazione efficace della propria mailing list e un invio mirato possono ridurre di molto le mail inutili (generalmente quelle che nemmeno vengono aperte). - Metti a dieta le tue mail
Un’immagine vale più di 1000 parole ma pesa anche considerevolmente di più. Limitare l’utilizzo di video, GIF e immagini può rendere una mail molto più leggera. Se la parte visual non è opzionale cerca di alleggerirla (protip: usa TinyPNG per ridurre il peso delle tue immagini). - Less is more
Non mi servono 200 mail di reminder per ricordarmi che sì, venerdì 29/11 è il Black Friday, dammi tregua, la friggitrice ad aria non la compro nemmeno quest’anno. Diminuire il numero di comunicazioni, privilegiare il contenuto e la chiarezza non solo fanno bene all’ambiente ma probabilmente miglioreranno anche il tuo rapporto con i destinatari. - Anche le mailing list vanno pulite
Su Facebook qualche anno fa andava molto la “PULIZIA KONTATTI!!1!”, ecco è bene ricordarlo anche nel caso delle mailing list. I contatti inattivi o che non interagiscono da tempo, oltre a peggiorare le statistiche delle nostre mail, occupano uno spazio inutile nei server. - PLUS: compensa!
Una volta fatto tutto il possibile potrebbe essere una buona idea, avendone la possibilità ovviamente, compensare il proprio impatto con iniziative green di sostenibilità ambientale.
Consigli per ridurre l’impatto ambientale delle mail (per utenti)
- Lontano dagli occhi lontano dai server
Eliminare mail vecchie o inutili, svuotare periodicamente cestino e spam sono ottimi modi per pulire la propria casella mail. Ogni mail inutile (sì anche quelle con i codici OTP di Canva) occupa spazio e consuma energia.
- Non hai firmato con il sangue, disiscriviti
Pensavi che la newsletter del gruppo micologico ti sarebbe interessata per tutta la vita, ma così forse non è. Disiscriviti e mettiti il cuore in pace, i funghi neanche ti piacciono. In questo modo tu non ti troverai con 200 mail da leggere sulla stagione giusta per raccogliere i Porcini e farai bene all’ambiente. - Non essere tu il problema
Invia preferibilmente messaggi brevi senza allegati pesanti e se possibile invia link invece che file. Come dicevamo un’email più leggera ha bisogno di meno energia per essere inviata e conservata.
Le mail sono uno strumento incredibilmente utile, se usate con coscienza e attenzione possono anche non diventare il prossimo problema ambientale. Vuoi parlarne in modo approfondito per la tua realtà? Scrivimi a copy@chiarazonta.it (e ricorda, niente allegati pesanti!) oppure, se hai bisogno di rifletterci un po’ guarda qui cosa posso fare per te.
Vuoi approfondire?
https://www.geopop.it/quanto-inquinano-le-e-mail-piu-di-quanto-immaginiamo/
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2023/03/18/news/digital_cleanup_day_impatto_rifuti_digitali-392571705/
https://www.focus.it/scienza/salute/ambiente-email-inquinano-come-auto-o-volo-da-parigi-a-new-york