Considerazioni sulle traduzioni e consigli utili
Tradurre o non tradurre? E se sì, come?
Molte aziende si trovano davanti a questa domanda più o meno ogni giorno. Vediamo quindi spesso copy chilometrici preceduti da più bandierine di quelle delle nazioni unite e menù multilingua infiniti. Cosa è giusto e cosa sbagliato? Come quasi sempre la risposta è DIPENDE. Vediamo perché.
Conosci il tuo target?
Il primo punto FONDAMENTALE è conoscere il proprio target e fare un bell’esame della propria attività:
- parlo principalmente con chi abita nel raggio di 20 km dal mio negozio? Probabilmente mi basterà scrivere nella lingua che parlano loro.
- Il mio mercato è quasi esclusivamente nazionale? Italiano sia!
- Il mio focus è… tutto il mondo? Probabilmente l’ideale sarà esprimermi in inglese.
La ricetta universale non esiste, quando si comunica è indispensabile tenere a mente con chi comunichiamo e su di loro modellare non solo il messaggio, ma anche la lingua con cui questo è espresso. Capita di frequente di trovarsi davanti a realtà locali che traducono i propri contenuti più per status che necessità, non c’è nulla di male, anzi, ma è uno sforzo poco utile.
Facciamo una considerazione a parte riguardante i social: attualmente nella quasi totalità dei casi sarà direttamente la piattaforma a tradurre il copy o sottotitoli dei nostri contenuti nella lingua del dispositivo di destinazione. Nei casi in cui viene data la possibilità di inserire una traduzione, e avete le competenze o risorse per farlo, consiglio di provvedere autonomamente. Se è vero che negli ultimi anni la qualità delle traduzioni automatiche è aumentata considerevolmente, la tecnologia ha ancora molto da imparare dalle creatività umana, soprattutto quando si tratta di tradurre battute o giochi di parole.
Traduttrici e traduttori
Esattamente come ci si affida a graphic designer, photographer o videomaker per i propri contenuti visual e copywriter per quelli testuali, bisognerebbe affidarsi a translator1 per ottenere la migliore traduzione possibile. Quando dobbiamo andare a popolare il sito internet, sperando non sia oggetto di continue revisioni, ha senso investire in una traduzione professionale sia per far capire effettivamente cosa viene offerto, sia per dare di sé un’immagine decorosa. Ragionamento simile possiamo farlo in caso di articolo o news su cui decidiamo di puntare anche a livello SEO. Non dobbiamo sottovalutare il valore aggiunto che la correttezza, non solo grammaticale, può dare al nostro contenuto. Affidandosi a professioniste e professionisti della traduzione, molto spesso si ha anche modo di rivalutare alcune parole utilizzate e far verificare la comprensibilità del proprio testo. Un bonus accessorio.
Google Translate, Chat GPT e compagnia bella
Al giorno d’oggi tradurre decentemente non è difficile anche per una persona senza enormi competenze in materia, grazie a Google Translate, Chat GPT e un altro centinaio di programmi simili.
Ho scritto decentemente per un motivo. Quando si parla di traduzioni, come pure di scrittura o di creazione grafica, gli strumenti a disposizione online permettono di creare un messaggio di base. Ci porteranno dal punto A al punto B come l’utilitaria di famiglia che fa il suo mestiere, ma ti devi ricordare che ogni tanto la frizione perde colpi e il finestrino del passeggero non si apre. Cosa significa questo? Che esistono vari livelli di traduzione, precisione e creatività.
Con i programmi a disposizione di chiunque (e mi riferisco a quelli nel titolo che, oltre ad essere facilmente fruibili, sono anche gratuiti) possiamo arrivare alla nostra traduzione da utilitaria che è sufficiente per diverse situazioni:
- una mail
- una risposta a dei messaggi della community
- un microcopy social
- la traduzione di una breve news sul sito
E qualche altro caso in cui, o per diffusione o per quantità di testo, non ha senso rivolgersi esternamente.
Consigli utili per mini traduzioni:
Tenendo conto di quanto detto precedentemente vediamo qualche consiglio utile per piccole traduzioni o per esprimersi correttamente usando parole straniere in italiano:
Conoscere le basi della lingua di destinazione
Certo, questo non sempre è fattibile, ma conoscere almeno le basi della lingua in cui viene tradotto il nostro contenuto può aiutarci a controllare la traduzione fatta e capire se è accurata ai fini della comprensibilità del nostro messaggio. Attualmente diversi servizi gratuiti ci possono insegnare i rudimenti di una lingua straniera e molto spesso ha senso frequentare qualche corso, non per diventare master translator, ma solo per parlare la lingua del proprio target.
Fare attenzione ai forestierismi
I forestierismi (o esotismi o prestiti linguistici), sono parole di altre lingue che entrano nel nostro lessico. Possono essere di necessità quando identificano qualcosa che nella nostra lingua non esiste (sauna, sushi, vodka…) e di lusso quando invece si riferiscono a qualcosa per cui la traduzione esisterebbe (meeting, link, goal…). Sono spesso arricchimenti alla nostra lingua, ma vanno usati con parsimonia, creare frasi e testi in questa “lingua mista” non aiuta nessun parlante, di nessuna lingua. Con l’esperanto ci avevano provato, ma sappiamo com’è andata a finire.
I plurali e la loro formazione
Con il riferimento agli esotismi è importante anche ricordare che quando li usiamo parlando (e soprattutto scrivendo) in italiano non dobbiamo creare il plurale aggiungendo la S. Apporre la S alla fine di una parola per crearne il plurale è una regola grammaticale della lingua inglese, oltre ad essere un po’ strano applicarlo alla nostra grammatica, molto spesso verrebbe impropriamente usata anche per parole che inglesi non sono, creando una meta-grammatica alquanto problematica (es: sushis). Quindi sapete cosa? Non usiamola mai quella s plurale.
ATTENZIONE: Per NEWS la storia è un’altra, senza S vuol dire nuovo ed è un aggettivo.
Fatela facile
Il vostro registro è ricco e complesso nella lingua d’origine, beh, quando vi traducete… fatela facile. Ogni tanto fare un passo indietro al classico “soggetto+verbo+complemento+punto” (nell’ordine della lingua di destinazione) è la cosa migliore. Per mantenere la stessa ricchezza e complessità lessicale conviene affidarsi a traduttrici e traduttori di professione, o diventarlo.
I giochi di parole nelle traduzioni
Le battute, i giochi di parole e le frasi fatte sono molto spesso utili, soprattutto sui social. Va ricordato però che queste sono nella quasi totalità dei casi legate alla lingua in cui nascono, per un anglofono probabilmente “I know my chickens” (conosco i miei polli) non vuol dire un granchè.
Prendendo a riferimento l’inglese internet può aiutarci (ovviamente) ecco quindi qualche ambiente da frequentare per un po’ di informalità:
- https://www.ef-italia.it/risorse-inglese/espressioni-idiomatiche-inglesi
- https://www.urbandictionary.com
- https://worldbridge.it/library/modi-di-dire-inglesi-e-frasi-idiomatiche
Ma quindi Chiara, cosa volevi dirci con questo articolo?
Volevo far arrivare un messaggio che va oltre la singola traduzione. La lingua in cui un contenuto è espresso è molto più che una semplice codifica nazionale di questo, racchiude in sé sfumature, tradizioni e sensibilità diverse, e se è vero che far emergere tutto questo è il lavoro di ogni copy, è altrettanto vero che per fargli superare i confini linguistici c’è spesso bisogno di translator di professione.
Ricordiamoci anche che la lingua infatti è riflesso del popolo parlante. Questo si applica tanto alla cultura che alla storia. Su questo punto vi lascio un video molto interessante che collega linguaggio e percezione, siccome sono 14 minuti consiglio di salvarlo per un momento di relax: How language shapes the way we think.
Pesate bene l’importanza del contenuto che state creando, investire in traduzione fa spesso la stessa differenza che c’è tra l’affidarsi a chi “lo fa di lavoro” e al “cuggino” di turno.
- Chiara perché tutti questi inglesismi?
1 – l’articolo parla di traduzione, il gancio semantico c’è.
2 – in determinate situazioni usare l’inglese permette di bypassare l’inclusività di genere, un giorno ne parliamo meglio.
3 – non c’è due senza tre, in questo caso ho preferito usare tutti termini inglesi vista la loro vicinanza nel testo.
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